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TRAVESTIMENTI: IL BAMBINO ESPRIME SE STESSO

Sfogliando le foto della vacanza trascorsa in Indonesia, mi sono imbattuta in un paio di bellissimi scatti,  non tanto per l’immagine ritratta, quanto per il significato che si cela in quell’immagine stessa: ho infatti  immortalato due bambine che girano per la cittá indossando gli abiti della loro principessa preferita e di farfalla…dei travestimenti quindi, e non era certo carnevale….

Dovremmo poter riflettere su questo argomento per poter riconoscere quanto è importante lasciare che i bambini esprimano se stessi liberamente. Se lascerete un bambino libero di esprimere la sua individualità, non solo gli garantirete un sano sviluppo cognitivo, ma darete al bambino l’opportunità di coltivare il suo pensiero critico e acquisire sicurezza in se stesso, rinforzando così, positivamente, la sua autostima.

 

In questo caso specifico, le bambine ritratte nelle foto esprimono se stesse tramite il gioco simbolico del ” far finta di” essere delle principesse o delle farfalle. A prescindere dal personaggio interpretato, questa attività gioca un ruolo fondamentale nella crescita dei bambini perché permette loro di interpretare, con i loro tempi e le loro competenze, storie fantastiche, come in questo caso, o la realtà di situazioni di vita quotidiana.

 

L’importanza del gioco simbolico dei travestimenti

Questo gioco porta con sé innumerevoli valori: giocare a travestirsi consente al bambino di costruire la propria identità passando proprio dall’interpretazione di altre identità, tramite la finzione. Infatti il bambino, grazie a questa dinamica, ha la possibilità di mettere in gioco parti di se stesso tramite l’altro, decolpevolizzandosi di alcune emozioni e alcuni conflitti che possono, talvolta e il più delle volte erroneamente, essere considerati inaccettabili o “cattivi”; e non ultimo e tanto meno importante, il bambino, attraverso l’interpretazione di un ruolo, affronta anche le sue paure inespresse, scoprendo l’ opportunità di viverle in terza persona.

Ma il potere e l’importanza di questo gioco non finisce qui: la sua funzione sociale è molto importante in quanto il bambino contestualizza un ruolo, esplorando quindi schemi e regole comportamentali; si prodiga e si allena nella narrazione della propria interpretazione dei fatti o di una data situazione sviluppando, di volta in volta, creatività, proprietà di linguaggio e interiorizzazione di regole sociali. Grazie a questo stesso gioco si sviluppano anche la motricitá e l’ autonomia, racchiuse in tutti i gesti che il bambino deve compiere per vestirsi e svestirsi.

Come tutti i giochi, anche questo si evolve di pari passo con l’evoluzione del bambino: tra il primo anno di vita e il terzo, indicativamente, il bambino potrá cominciare a sperimentare la propria creatività con scampoli di stoffe colorate, magari anche di diversi materiali, per giocare, dapprima al gioco del cucù ( cfr. articolo “cucù” ) e in un secondo momento, immaginando che quelle stesse stoffe possano diventare copricapo, messe in testa, gonne, legate in vita, o mantelli, legate all’ altezza delle spalle. Con l’ aumentare dell’età e dell’immaginazione il gioco simbolico si farà più complesso e oltre alle stoffe, a cui poter dare diversi significati, ai bambini piacerà l’ idea di travestirsi con vestiti dei loro personaggi preferiti ( conosciuti tramite letture, racconti o visioni di cartoni animati) ma anche con i vestiti e le scarpe di mamma e papà.

Travestimenti a disposizione anche tra le mura domestiche

Questa attività dalle innumerevoli sfaccettature è sicuramente proposta negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia, ma sarebbe un bene poterlo proporre anche tra le mure domestiche : infatti può essere una buona occasione sia per il genitore, che chi si occupa quotidianamente di un bambino, per conoscere la sua interpretazione ed elaborazione della realtà.

  • Prendete quindi un baule, una vecchia valigia, un cesto, una scatola o qualsiasi altro contenitore, riempitelo e mettetelo a disposizione dei bambini.
  • Se avete un bambino molto piccolo limitativi ad annoverare qualche stoffa, fazzoletto, paschmina o sciarpetta colorata.
  • Se invece avete dei bambini un po’ più grandicelli aggiungete al prezioso tesoro qualche vecchio cappello, piuttosto che una maglia, un cardigan, una gonna, una giacca o un pantalone che non utilizzate più; potete inoltre aggiungere qualche accessorio come una collana, qualche bracciale, qualche molletta per i capelli, un paio di occhiali, un paio di scarpe, una cravatta o un papillon.
  •  Se poi i bambini sono ancora più grandi e avete la possibilità di recuperare qualche vestito di carnevale, indifferente sarà il personaggio che rappresenta, aggiungetelo al materiale che date loro a disposizione.
  • Fate sì che abbiano la possibilità di specchiarsi, mettete quindi uno specchio alla loro altezza ( in commercio potrete trovare anche specchi pensati proprio per la libera fruizione dei bambini che sono quindi infrangibili e sicuri ).

Ovviamente dovrete aver cura di evitare oggetti con i quali i bambini potrebbero farsi male e dovrete lasciare che i bambini, indipendentemente dal loro sesso, possano far finta di essere chi desiderano evitando così l’ insorgere di stereotipi.

Ecco, questa è la semplice lista pratica di ciò che potete fare per introdurre e coltivare il gioco simbolico del travestimento, ma la mia personale raccomandazione è anche quella di osservare, accompagnare il bambino in questa espressione di sé, senza cadere nella tentazione di guidarlo: interagire se richiesto, lasciarsi coinvolgere e assecondare lo svolgimento del gioco stesso. Potrete essere complici dell’ espressione spontanea e liberatoria, della creatività, dei vostri bambini…quale onore più grande?!

Con dedizione, dada Melissa

 

 

 



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