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CATERINA SI ADDORMENTA SOLO ATTACCATA AL SENO

Motivazione

La famiglia richiede la mia osservazione perché la figlia più piccola, Caterina di 16 mesi, che viene ancora allattata a richiesta, si addormenta attaccata al seno, si risveglia spesso durante la notte e si riaddormenta solo se riattaccata al seno. La mamma, esausta, ha deciso di togliere il seno alla bambina.

Osservazione

Ore 19:00

Arrivo presso la casa della famiglia, ci sono solo la mamma e figlia. La bambina accetta la mia presenza con un sorriso, sta giocando con un oggetto comune mentre la mamma è indaffarata a cucinare, decido di darle confidenza mentre scambio due chiacchiere con la mamma in merito alle abitudini della famiglia. Poco più tardi rientra anche la sorella maggiore , ha 5 anni ed è una bambina molto socievole, educata e entusiasta: mi accetta con benevolenza e mi coinvolge subito nei suoi giochi, oltre a rendermi partecipe dei suoi racconti. Decido di assecondarla, non è lei oggetto della mia osservazione e darle corda è un piacere.

Caterina cerca le attenzioni della mamma che la prende prontamente in braccio nonostante stia cucinando. La cena è pronta e Caterina, che questa sera cena da sola per diverse ragioni, anche se mi viene fatto presente che non è l’abitudine, viene messa a tavola, davanti ad un piatto con due cucchiaini. Caterina è infatti perfettamente in grado di mangiare da sola ma nonostante questo viene anche imboccata dalla mamma…finito il passato di verdura le vengono offerti dei pomodorini, vorrebbe arrangiarsi a mangiarli ma la mamma cerca di imboccarla, la bambina finisce per giocare con i pomodorini che le vengono tolti. Gli vengono poi offerte delle carote alla julien, la dinamica è la stessa: lei vorrebbe arrangiarsi, la mamma tenta di imboccarla, la bambina usa il cibo come un gioco, la mamma le allontana il piatto; Caterina riconquista il piatto, mangia da sola qualche carota poi però inizia a giocare con le posate e le butta anche per terra, la mamma la riprende ma non con il tono di voce adatto.

E’ arrivato l’ora della cena anche per la sorella, che si siede senza fare storie e mentre mangia chiacchiera con me; nel frattempo a Caterina viene offerto altro cibo (una pizzetta, un uovo…) che vorrebbe anche la sorella per sé, ma accetta le spiegazioni della mamma in merito alla possibilità di averlo o meno. Si siede a tavola anche la mamma, questa volta per cenare. Mi viene spiegata la situazione particolare della giornata stessa tale per cui si sono messi a mangiare tutti in maniera scaglionata, metodo discutibile se fosse l’abitudine ma dato che è un’eccezione, non farò considerazioni in merito.

Caterina, ancora seduta a tavola (è passata quasi un’ora) vuole bere in autonomia ma la natura del suo bicchiere non glielo permette: è una ciotolina senza manico e senza beccuccio che Caterina, per ovvie ragioni, tende a rovesciare: deve essere quindi aiutata dalla mamma, perdendo la sua autonomia. Caterina ha finito di mangiare, è ancora seduta al tavolo, si innervosisce e la mamma interpreta il suo nervosismo (in base alle loro esperienza pregressa) come una richiesta di essere allattata, la prende quindi tra le braccia e la allatta. Mi viene raccontato che questa dinamica, alle volte, avviene anche tra un pasto e l’altro….Finita la poppata Caterina finalmente viene messa a terra per poter andare a giocare: inizia a giocare con della frutta, in posizione perfettamente accessibile alla bimba, e la mamma pensa che con questo comportamento voglia dare ad intendere che vuole la frutta: prova a proporgliela ma Caterina rifiuta.

Fino a questo momento ho potuto osservare come le bambine siano propense a dare ascolto alle indicazioni della mamma che usa un giusto metodo per relazionarsi a loro: si abbassa al loro livello, le guarda negli occhi e parla loro con un tono di voce deciso e pacato allo stesso tempo.

Caterina si allontana per giocare nella sala dove è stata organizzata una sorta di stanza dei giochi, ma viene subito attenzionata da parte della madre e del padre che nel frattempo è rientrato dal lavoro. Vengono chiuse le porte di tutte le stanze della casa tranne quella della sala dove Caterina si reca a giocare mentre il resto della famiglia è ancora seduta a tavola a cenare, mentre chiacchierano amabilmente, la mamma però si alza  per andare a prendere Caterina e riportarla in cucina, a giocare, per tenerla sotto controllo. Caterina torna in sala e la mamma torna a prenderla, questa dinamica si verifica più volte. Nel frattempo anche Bianca finisce di mangiare e si reca in sala con la sorellina, entrambe giocano; Caterina fa un urletto e subito accorre il padre per verificare la situazione, poi ritorna in cucina e le sorelle continuano a giocare; la mamma che era seduta al tavolo, dopo pochi minuti, interviene nella relazione tra le bambine senza un valido motivo, inserendosi nel gioco, così le raggiunge anche il padre per “godersi la scena ” dice lui…

La sorella maggiore chiede di guardare un cartone animato, le viene concesso e durante la sigla dello stesso tutti ballano:  anche Caterina, che per ballare viene presa in braccio. Finalmente, le due sorelle, vengono lasciate in sala da sole a giocare: Caterina sperimenta le sue abilità salendo sul divano da una scatola di giochi, ma interviene subito il padre rimproverandola della prova di coraggio e mettendo l’ambiente in sicurezza, cioè spostando il divano.

Segue una parentesi nella quale i genitori si confrontano sulla loro vita familiare e i loro ruoli in casa…

Caterina si stanca di stare in sala, raggiunge il mobile dei giochi ubicato nel corridoio, vuole il pongo e il padre, che nel frattempo l’ha raggiunta, glielo porge, lei comincia ad usarlo, il padre si rende conto che per una questione di orari e location forse non è il caso e glielo toglie lasciandole a disposizioni solo le formine con le quali la bambina si distrae a giocare. La mamma, che ha finito di sistemare la cucina, arriva, riordina i giochi sparsi sul pavimento, insegue Caterina in sala, si ferma anche in questa stanza per riordinare i giochi e poi, finalmente, riesce ad acchiappare Caterina per portarla in bagno e prepararla per la nanna, sono le ore 21.

Caterina è pronta! Alla mamma il compito di portarla a nanna, saluta il papà e la sorella, che sono ancora in sala a guardare la tv e vanno nella camera matrimoniale, dove Caterina viene adagiata sul lettone, la mamma si sdraia accanto a lei, comincia a leggerle un libricino. Caterina, che si trova proprio all ‘ altezza del seno, richiede di essere attaccata. Dopo poco tempo, allontana da sè il libricino che sta leggendo la mamma, mentre sta ancora poppando, la mamma spegne le luci, la bambina continua a succhiare dal seno per molto tempo, fino a quando finalmente, con il seno ancora in bocca, si addormenta. La mamma la stacca da sè con molta delicatezza e la lascia dormire nel loro lettone. Il papà infatti dorme in un altra stanza e Bianca nella sua cameretta.

La mia osservazione si conclude scambiando due chiacchiere con la mamma e il papà in merito a ciò che ho osservato fino a quando il pianto di Caterina non ci interrompe, la mamma mi fa presente che sarà il primo di numerosi risvegli.

 

Consigli utili

Caterina si è dimostrata una bambina molto intraprendente e desiderosa di essere indipendente, con una spiccata tendenza all’autonomia e con le giuste competenze per poterla conquistare. Questa affermazione la faccio in merito all’ipotesi, desiderio condiviso tra mamma e papà , di renderla autonoma anche nel momento della nanna, togliendole il supporto del seno. Riconoscendo le sue competenze, in diverse situazioni che si verificano nell’arco della giornata, e avvalorando la conquista dell’autonomia e dell’indipendenza dalla figura genitoriale,  sarà più facile renderla autonoma anche nel momento della nanna.

  • La cena

Il mio consiglio è quello di ritardare la cena, magari fornendo alle bambine una merenda di metà pomeriggio, per poter concedere loro il piacere di condividere  questo momento. Potendo osservare le movenze della sorella maggiore, Caterina potrà dare dimostrazione della sua competenza a tavola. Ognuno infatti deve mangiare autonomamente, avendo a disposizioni strumenti adatti che favoriscano l’autonomia: suggerisco quindi l’utilizzo di un bicchierino con beccuccio e manico per Caterina, un solo piatto e una sola posata di fronte a sé, per non avere la tentazione di giocarci. La proposta del cibo da consumare deve essere univoca, troppe proposte confondono la bambina, se ha voglia deve mangiare ciò che c’è. Finito di mangiare tutte le portate che le vengono proposte, il mio consiglio è quello di mandare le bambine a giocare. Nel caso in cui fosse fatta richiesta del seno, tra un pasto e l’altro o alla fine della cena, consiglio di distrarre la bambina o con il cibo stesso o con un gioco o con una canzoncina, o con una coccola diversa dall’attaccamento al seno: una carezza, uno sbuffetto, una pacchetta sulla schiena, un complimento… tutto tranne l’attaccamento al seno, al quale si può opporre anche un no, che metta un limite, un confine, con il quale la bambina dovrà prendere le misure, magari piangendo o facendo qualche capriccio inizialmente, ma al quale si abituerà nel tempo. Al rientro del padre dal lavoro, il mio consiglio per i genitori è quello di consumare la cena chiacchierando amabilmente del più e del meno, e lasciando che le bambine condividano un momento di gioco anche lontane dall’occhio vigile del genitore, nella sala, luogo che è stato reso perfettamente sicuro grazie ad alcuni accorgimenti e che è stato attrezzato come una stanza dei giochi. Non sarà necessario correre in loro soccorso ad ogni minimo rumore, urletto o piantino, per sviluppare la capacità di trovare soluzioni alle diverse situazioni che le bambine possono vivere, è necessario lasciare che possano fare da sé!

  • La messa a nanna

Dato la delicata dinamica che si è instaurata e che persiste da più di un anno, la strada per cambiare abitudine sarà un po’ in salita e certamente non porterà risultati da un giorno all’altro, ma una buona dose di perseveranza, dovuta alla convinzione che la scelta fatta sia quella giusta, aiuterà adulti e bambini a raggiungere la meta! In merito a questo argomento ho diversi spunti da suggerire:

  1. Per cambiare l’abitudine di addormentare Caterina già sdraiata a letto e attaccata al seno, consiglio di concederle la poppata pre-nanna, da togliere con gradualità, in una stanza diversa da quella della camera da letto, magari con tutta la famiglia riunita, seduti sul divano, mentre si condivide la lettura di un libro tutti insieme . Sarà necessario staccare Caterina dal seno prima che si addormenti, stando attenti ai segnali che manda mentre succhia il seno.
  2. Conclusa questa fase, la fase successiva, quella della messa a nanna vera e propria, si potrebbe svolgere con diverse modalità: -la mamma o il papà potrebbero accompagnare Caterina a letto, in un primo periodo ancora nel letto matrimoniale, per darle il tempo di accettare le nuove dinamiche in maniera graduale. Il mio consiglio è quello di adagiare Caterina tra i cuscini perché si senta come avvolta nell’abbraccio materno meglio ancora se si tratta di un vecchio cuscino per allattamento o di un tubolare paracolpi del lettino, ma anche due o tre cuscini sistemati a ferro di cavallo, andranno bene. Per calmarla, perché sicuramente, soprattutto i primi tempi, opporrà resistenza, è consigliabile coccolarla con carezze in volto, sulla testa e sulla schiena, cantare una nenia a bassa voce o fare semplicemente il “verso del silenzio”, dondolarla un po’ sul posto con il cuscino stesso ed eventualmente rassicurarla con frasi del tipo” fai la nanna, la mamma/papà è qui con te ….”
  3. Oppure, per dare uno scossone che sia anche molto appetibile per Caterina, si potrebbe pensare di ubicare nella stanza di Bianca, che diventerà poi la stanza delle due sorelline, un lettino basso, come quello di Bianca, per Caterina, dove cominciare ad abituarla a dormire, usando la tecnica sopra descritta per far sì che si abitui. La circostanza sarà di sicuro interesse per la bambina soprattutto se verrà enfatizzata con frasi del tipo ” dato che sei diventata grande, puoi andare a dormire nel tuo lettino in camera con tua sorella!”

Non sarà di certo tutto rosa e fiori, se Caterina dovesse fare un eccessiva resistenza a questo nuovo metodo di addormentamento, il mio consiglio è quello di non farla piangere a lungo, per non traumatizzarla e cedere, ad un certo punto, accontentando la sua richiesta di attaccarsi di nuovo al seno, ma per tempi sempre più brevi…

Risvegli notturni

Inizialmente Caterina si risveglierà durante la notte, cercando di attaccarsi al seno, come ha sempre fatto fino a questo momento: il consiglio è dunque quello di provare a sostituire la tetta con il biberon, riempito semplicemente con dell’acqua, sia che la bambina dorma ancora nel lettone, sia che si trovi nel lettino in cameretta. Ovviamente sarà propedeutico all’utilizzo di questo oggetto, che Caterina si abitui ad usarlo anche durante il giorno, in qualunque occasione, in modo da poter prendere confidenza con il nuovo oggetto che diventerà consolatorio! Dovesse opporre resistenza , soprattutto inizialmente, il consiglio è quello di insistere un po’ senza stressarla e di cedere eventualmente non riuscisse a calmarsi.

Ripeto, in maniera ridondante e forse anche un po’ insistente, che nulla avverrà per magia, ci vorrà tanta, tanta pazienza, perseveranza, amorevolezza e tenacia, ma così facendo Caterina percepirà quella sicurezza necessaria ad accettare il cambiamento e a superare gli ostacoli emotivi che incontrerà nel suo cammino.

Per ulteriori chiarimenti e suggerimenti, così come per esser per voi un sostegno morale e pratico, rimango a vostra disposizione, grata della fiducia accordatami.

Con dedizione, CEF Melissa.

 

 

 

 

 

 

 



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