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PERCHE’ I BAMBINI DICONO SEMPRE “PERCHE’?”

D: Ciao, sono Fausta,  mamma di Nicoletta, una splendida bambina di 31 mesi. Da qualche mese, io e mio marito siamo alle prese con i 1000 perché di Nicoletta, diciamo che per un po’ ci ha divertito questa sua curiosità instancabile, ma a lungo andare ci sta sfinendo… come possiamo rispondere alle sue domande, in modo da soddisfare appieno il suo desiderio di conoscere e cercando di schivare l’interminabile sfilza di perché?

R: Cara Fausta, devo ringraziarti: non posso negarti che la scelta delle parole, che hai usato per descrivere una fase comune che attraversano i bambini e di conseguenza le loro famiglie, mi ha fatto ridere di gusto!

LE MOTIVAZIONI CHE ANIMANO I PERCHE’ DEI BAMBINI

Con lo sviluppo del linguaggio, e quindi intorno ai 2-3 anni, l’età anche di tua figlia Nicoletta, i bambini vengono maggiormente meravigliati e stupiti da ogni particolare caratteristico della realtà che li circonda. Acquisiscono quindi consapevolezza del mondo e si interessano alle dinamiche tali per cui accadono cose che colpiscono la loro attenzione. Ponendo domande su domande, tua figlia, non solo cerca risposte esaustive ai suoi “perché”, ma si allena utilizzando anche le abilità che conquista di giorno in giorno, nel campo linguistico. A volte, poi, non è detto che i suoi “perché” siano finalizzati ad avere una risposta, potrebbe porveli, cara Fausta, solo per attirare la vostra attenzione e per rendervi partecipi del suo mondo.

COME GESTIRE I “PERCHE’?” DEI BAMBINI

Quindi, per rispondere alla tua domanda, per soddisfare appieno il suo desiderio, qualunque esso sia, di conoscenza, di chiacchierare e di ricevere attenzioni, l’unica opzione che avete è… quella di ascoltarla attentamente. Lasciate tutto quello che state facendo, rivolgetevi a lei guardandola negli occhi ed esprimendole il vostro interesse tramite la mimica facciale, questo le darà una grossa soddisfazione e gonfierà il suo ego,oltre a farla sentire importante. Dovrete mostrarvi, con vostra figlia Nicoletta, realmente interessati alle sue parole, coinvolti dalla sua aurea di pathos, e disponibili a dare spiegazioni a misura di bambino. Questo vostro atteggiamento smorzerà la serie interrotta dei “perché”.

Capita, a volte, che i bambini continuino a porre, insistenti, dei “perché”, insoddisfatti delle risposte che ricevono, troppo sofisticate per la loro età. Cara Fausta, questo potrebbe essere anche il caso della tua bimba, che di fronte ad una risposta troppo razionale, troppo logica o addirittura troppo scientifica, per quanto precisi possiate essere stati, rimane insoddisfatta, avendo difficoltà a comprendere la risposta stessa. Sarà dunque utile che voi vi mettiate nei suoi panni e possiate darle una risposta tanto vera quanto fantastica, nella sua costruzione logica. Ti faccio un esempio perché mi rendo conto che non è semplice, se non si è abituati, capire ciò che voglio intendere: se ti chiede – perché piove?-, la risposta potrebbe essere – piove perché due nuvole piene di gocce d’acqua si sono scontrante, hanno fatto cadere tutte le loro goccioline sulla terra, e ora piangono tristi, perché hanno perso tutte le loro gocce e si sono fatte anche male…- . Ecco, questa risposta è la mediazione tra la verità, sul fenomeno della pioggia, e la fantasia, che arricchisce il vostro racconto, stupendo la vostra bambina. Inoltre una risposta di questo tipo, sarà di facile comprensione a Nicoletta, dato che si tratta un particolare a lei noto, ossia che a volte scontrandosi, ci si può far male, e piangendo, si perdendo goccioline dai nostri occhi.

Vedrete, cara Fausta, che con il passare del tempo, ma non dei perché, voi genitori imparerete non solo a carpire il motivo che spinge, di volta in volta, vostra figlia a porvi quella data domanda, ma anche le aspettative che nutre nelle vostre spiegazioni: questo vi permetterà di costruire per lei delle risposte che la soddisfino. Con questi pochi ma buoni accorgimenti, forse scamperete a qualche “perché” di Nicoletta. La sua fame di sapere, però, non si esaurirà, anzi, crescerà con lei, seppure cambieranno gli obbiettivi sul quale vi porrà i suoi “perché”, così come dovranno cambiare le parole con cui fornirete a lei le vostre risposte. Ma, di certo,  una cosa che non cambierà nel tempo, sarà la sua ricerca delle vostre attenzioni, che cambierà forma, ma non contenuto.

Mi auguro che i miei consigli vi possano tornare utili nella gestione dei 1000 “perché” della vostra piccola Nicoletta.