image

VOGLIO SMETTERE DI ALLATTARE

D: Ciao, mi chiamo Federica e sono la mamma di Gaia che tra pochissimo compirà 2 anni. Gaia prende ancora il seno, soprattutto quando rientro nel tardo pomeriggio dal lavoro, e quando deve addormentarsi, mentre sia al nido che con i nonni si addormenta senza nessun problema. Vorrei smettere di allattare ma credo che lo scoglio più grande sia cambiarle le abitudini dell’addormentarsi: quali consigli mi puoi dare? (ps: Gaia non prende il ciuccio)

R: Ciao cara Federica! Come mi sottolinei nella tua richiesta di consigli, il bisogno funzionale di essere allattata, da parte di tua figlia, non sussiste più, tant’è che all’asilo nido e con i nonni non ne fa richiesta, perché appunto non ne ha bisogno, ed è quindi solo una richiesta di attenzione che esprime nei tuoi confronti. Quindi sarà sufficiente (più facile a dirsi che a farsi, ma non impossibile!) sostituire questa routine affettiva con un’altra proposta altrettanto allettante per condividere un momento di coccole!

Fatta questa premessa ci tengo a precisare che nulla deve avvenire in maniera drastica per non traumatizzare tua figlia: Gaia ha un’età tale per cui potrai spiegarle verbalmente la tua decisione, chiarendole le motivazioni e coinvolgendola nella scelta di quale sarà l’ultimo giorno in cui potrà attaccarsi al tuo seno e magari potrete enfatizzare quel momento con una piccola festicciola che nel contempo celebri la conquista della maturità raggiunta da tua figlia, in qualità di bambina grande!

Sicuramente tua figlia vivrà momenti di sconforto, fino a quando non si abituerà alla nuova condizione da te proposta ma…si sa, con i bambini ci vuole tanta pazienza e perseveranza: la tua fermezza, sulla posizione presa, sarà la sua forza nell’affrontare la nuova conquista, quella dell’autonomia dal tuo seno!

QUALCHE CONSIGLIO PRATICO PER SMETTERE DI ALLATTARE

  • Decidete insieme una routine, sempre uguale, da condividere nel momento in cui tu, cara Federica, torni a casa dal lavoro e che vada a sostituire l’abitudine di allattare ma, nel contempo, compensi il bisogno di attenzioni e di coccole fino ad oggi fruito da questo gesto. Potete valutare l’ipotesi di condividere una lettura, oppure un gioco che a Greta piace particolarmente, oppure potrete stare semplicemente abbracciate e accoccolate sul divano a raccontarvi, reciprocamente, la giornata appena trascorsa, tu al lavoro e lei con i nonni o all’asilo nido.
  • Ovviamente lo stesso consiglio vale anche per la sera, magari dopo un bel bagno rilassante, potrete guardare una bel cartone animato insieme, leggere una storia, mettere a letto le bambole e i giochi  di Greta o cantare una dolce nenia .
  • Puoi, inoltre, offrirle il latte, al quale è abituata (non per forza materno, anche vaccino), grazie all’ausilio del biberon e, per ricordarle l’abbraccio nella quale la cingevi mentre l’allattavi al seno, potrai sistemarla nel suo lettino, su un fianco, abbracciata al cuscino paracolpi o al cuscino per allattare, cullandola nel cuscino stesso. Così Greta dovrebbe rilassarsi.
  • Le volte che Greta ti farà richiesta di essere allattata, ti consiglio di proporle un attività differente, come quelle già consigliate, senza dare troppo peso alla richiesta fatta. Sarà anche propedeutico al distacco non prendere in braccio tua figlia, in questi momenti di sconforto, in modo che non possa associare questo gesto alla vecchia abitudine di allattare; piuttosto ti consiglio di chinarti alla sua altezza, abbracciarla e guardandola negli occhi, rassicurarla verbalmente.
  • In questa fase delicata, a fronte di un così grosso cambiamento, se fosse possibile, bisognerebbe coinvolgere anche il papà che sostituendosi, eventualmente, alla presenza della mamma, pur ricalcandone le nuove routines nel momento della messa a nanna, potrebbe aiutare Greta a superare l’associazione mamma-nanna-allattamento.

Sicuramente sarà necessario del tempo perché tua figlia si abitui al cambiamento: di fatto i bambini, così come gli adulti, e in questo periodo ne sappiamo qualcosa, sono frustrati dai cambiamenti, almeno fino a quando non li trasformano in delle sicurezze. Ma ci vuole pazienza, amorevolezza e perseveranza, ingredienti fondamentali per garantire ai bambini l’acquisizione di nuove dinamiche. Sono certa che ne beneficerà tutta la famiglia.

 

 

 

 



Leave a reply