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RACCONTARE DI SE’, NON TUTTI I BAMBINI LO FANNO

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1Dic
EDUCARE E GESTIRE/ LINGUAGGIO
Dic1, 2016 By Melissa Calzolari EDUCARE E GESTIRE/ LINGUAGGIO0 Comment

RACCONTARE DI SE’, NON TUTTI I BAMBINI LO FANNO

D: Mio figlio Bruno ha 4 anni ed è sempre stato un bimbo socievole e vivace, ma non parla di sé, né gli piace raccontare di ciò che gli succede, soprattutto a scuola. Devo preoccuparmi?

R: Ciao cara mamma di Bruno! Non credo tu ti debba preoccupare! A meno che tu non stia notando in tuo figlio degli atteggiamenti particolari.

PERCHE’ NON AMANO RACCONTARE

I bambini, in genere, non sono analitici come noi adulti, per cui un semplice <ho giocato> a loro può sembrare, di per sè, una risposta adatta con cui soddisfare la tua curiosità; oppure Bruno non risponde perché non gli è bene chiaro cosa dovrebbe raccontare, anche perché, vista l’età, non ha la cognizione del tempo e quindi non distingue ciò che è successo la mattina piuttosto che il pomeriggio, non riuscendo di conseguenza a dare un ordine consequenziale a tutto ciò che ha fatto, sempre  a patto che si ricordi esattamente “questo tutto”. Oltre a ciò, devi prendere in considerazione il carattere di tuo figlio che per quanto socievole e vivace, non è detto che sia un chiacchierone; al contrario i bambini che, oltre ad essere socievoli e vivaci, sono anche estroversi, amano raccontare delle attività intraprese durante la giornata e a volte possono risultare anche troppo chiacchieroni(???)

RACCONTARE E’ BELLO, INSEGNAMOLO AI BAMBINI

Di norma, se non vuole parlare, meglio non insistere ponendogli domande indagatrici che potrebbero spazientirlo e renderlo di cattivo umore, rischiando che si chiuda ancora di più in se stesso. Tra l’altro poi, se vuoi insegnare a tuo figlio a raccontare di sé, dovrai essere tu, così come gli adulti che compongono il resto della famiglia, a dare a Bruno il buon esempio innanzi tutto conversando tra voi per raccontare delle vostre giornate e poi con lui. Una buona tecnica, che puoi sperimentare, è quella di rovesciare la prospettiva e iniziare a parlare di te, raccontare di cosa ti è accaduto durante la giornata, di cosa ti ha colpito, che canzone hai sentito alla radio o cosa hai mangiato a pranzo, per esempio, in modo da stimolare Bruno alla conversazione: molto probabilmente, per mettere a paragone le tue esperienze con le sue, sarà invogliato, da questo tuo metodo, a raccontarti cosa ha fatto a scuola, cos’ha mangiato anche lui, che canzoncine hanno cantato e così via.

Quello che è certo è che qualunque cosa gli vorrai raccontare, da quanto ti può aver divertito una situazione a quanto possa averti annoiato un’altra, dai tuoi successi ai tuoi errori, dalle difficoltà alle cose interessanti che ti hanno riempito la giornata, tutto ciò farà in modo che Bruno non solo prenderà fiducia e vorrà condividere con voi quelle stesse emozioni che ha provato anche lui, seppure in situazioni diverse e adeguate alla sua età, ma proprio perché scoprirà che certe cose capitano anche a voi, non solo adulti ma e soprattutto i suoi genitori e quindi le sue figure di riferimento; questa sorta di specchi riflesso, rafforzerà la sua autostima.

Un altro metodo è iniziare, già da quando dice le prime parole, a dedicare quotidianamente un momento per il dialogo con Bruno, che può partire dalla lettura di una fiaba, dove i personaggi diventano man mano interpreti delle emozioni vissute da Bruno nell’arco della sua giornata e le cui azioni, così come il finale, possono essere riscritti proprio dalle parole di Bruno che così facendo ti può raccontare un po’ del suo vissuto. La raccomandazione che mi sento di darti è che questo o questi momenti, siano esclusivi, con questo intendo che non devono assolutamente essere contaminati dalla tv o dalla radio accese o da altre distrazioni. Inoltre ricordati sempre, cara mamma, che ciò che più catalizza l’attenzione di tuo figlio è la possibilità di poter godere del contatto visivo tra voi, quindi abbassati sempre alla sua altezza e cerca il suo sguardo.

L’imitazione sicuramente è uno stimolo forte per un bambino, quindi per stimolare il dialogo bisogna parlare con loro. Non limitarti perciò a fare domande ma coinvolgilo in una conversazione: questa è una buona abitudine che porterà anche lui a rendersi conto di quanto sia piacevole poter raccontare e anche poter ascoltare le diverse esperienze in cui siete stati coinvolti insieme durante l’arco della giornata.

Spero che le mie parole siano lo spunto per intraprendere la strada di un lungo viaggio, condito di tante tante chiacchiere.

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Tag:autostima, bambino, carattere, condividere, contatto visivo, conversazione, dialogo, esempio, fiducia, figlio, imitazione, mamma, prime parole, raccontare

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