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COME EDUCARE I BAMBINI AL “NO”

D: Sono in perenne lite con mio marito che stando poco in casa tende a viziare i bambini, continua sempre a dir loro di sì qualsiasi richiesta facciano. Oltre a contraddire in questo modo l’educazione che io impartisco loro durante quotidianamente, non pone per loro nessun linite, non dice loro mai un “no!” e ciò porta a delle problematiche per i bambini stessi. Sono forse io troppo severa con i miei figli?

R: Cara mamma, condivido il tuo modo di interpretare l’educazione, per i tuoi figli, e anche la tua frustrazione, nei confronti dei comportamenti lascivi(?) di tuo marito, e non tanto per il “danno” che può verificarsi nel momento in cui viene detto sempre sì ai bambini, anche se questo aspetto ha la sua rilevanza, ma soprattutto perché tra due genitori ci dovrebbe essere accordo sulla linea educativa da seguire con i propri figli, altrimenti si crea confusione e disorientamento, nella mente dei bambini stessi, che poi tendono ad approfittarsi di questa situazione.

Credo che sia necessario che tu, cara mamma, spieghi, con molta pazienza, a tuo marito, alcune cose, ad esempio che i bambini, a partire dai 2 anni, hanno spesso atteggiamenti tiranni ed egoistici, con tendenza all’onnipotenza: sono sentimenti perfettamente fisiologici per sopperire quel senso di impotenza con cui fanno i conti in ogni momento, soprattutto nei confronti dell’adulto. Quindi tendono a fare diverse richieste e ad avere diverse pretese, ma questo non significa che debbano essere sempre accontentati. Dopo i 2 anni infatti gli adulti dovrebbero iniziare a non soddisfare più tutte le richieste del bambino, essendo più grandicello e dunque capace di fare da solo; continuare a trattarlo come un infante è fuori luogo e cosa più importante ne impedisce la crescita e la conquista dell’autonomia, anche emotiva, rafforzando invece, quegli atteggiamenti dittatoriali dei bambini.

Inoltre bisogna sottolineare quanto il potere di un “no”, e la conseguente frustrazione che ne deriva, siano fondamentali per la crescita equilibrata del bambino, rafforzandone lo sviluppo della personalità, e per quanto possa sembrare un controsenso, i “no”, detti in maniera consapevole, razionale e coerente, fanno sentire il bambino amato.

Dall’altro lato voglio cercare di capire anche la frustrazione di tuo marito che non potendoci essere, in maniera quotidiana e continuativa, si sente quasi in obbligo di soddisfare le loro richieste quando, invece, è presente; immagino che per lui sia doloroso non esaudire tutti i desideri dei suoi figli, scatenando magari in loro atteggiamenti aggressivi, ma questo papà deve essere consapevole che è necessario che, fin da piccoli, dica loro qualche no. La conseguenza dei sui innumerevoli sì, infatti, può essere una sola, aimé: farli diventare dei bambini molto viziati. Quello che è peggio, inoltre, è che questo tipo di atteggiamento, non insegna loro il valore di ciò che ottengono, e tanto meno l’importanza di meritare ciò che desiderano, guadagnandolo attraverso modelli di comportamento adeguati, o azioni concordate.

Piuttosto, questo papà premuroso e amorevole, può applicarsi ad insegnare ai propri figli, a gestire le loro frustrazioni…lezione che gli servirà anche da adulto, dando loro un supporto morale, emotivo e fisico, nel momento stesso in cui la frustrazione viene sfogata attraverso le dinamiche di un capriccio. A tal proposito potrebbe interessarti anche CAPRICCI E SCENATE TRAGICHE! Offrendo poi, ai propri figli, un alternativa ludica o di altro genere che distragga i bambini dalla loro crisi, facendogli capire che, seppure hanno ricevuto un “no”, tutto, compreso il divertimento,non finisce lì.

Bisogna però riconoscere a questo padre una dedizione per i suoi figli che può esternare proponendo loro delle attività stimolanti e costruttive da compiere insieme…questo sarà per loro il più bel regalo che nemmeno sapevano di desiderare.

Auguri di cuore a tutta la vostra famiglia, e non abbiate paura di confrontarvi sempre da pari, come vedi cara mamma le soluzioni non mancano…quasi mai!