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PAROLE INVENTATE

D: Buongiorno, il mio bambino di 36 mesi, Edoardo, inventa parole strane, a volte capisco cosa vogliono significare, a volte no…Lui si arrabbia quando non capisco, e se lo correggo fa finta di non aver sentito e continua a pronunciare quelle parole. Come devo comportarmi e perché inventa parole inesistenti?

R: Buongiorno cara mamma, ti voglio rassicurare dicendoti che molti bambini, nella fase in cui imparano ad apprendere il linguaggio, composto da tutte le sue sfumature, mentre cercano di farne proprie tutte le regole, inventano parole nuove. Questo gioco, che mettono in atto i bambini, è molto importante: infatti, così facendo, dominano il linguaggio e le parole stesse. Il tuo piccolo Edoardo, oltre a sviluppare la sua intelligenza e la sua creatività, grazie a questo gioco, libera le sue emozioni senza rimanere imprigionato in schemi lessicali convenzionali.

Spesso accade che i bambini non riconoscano l’efficacia di un termine, cioè non ne capiscono il senso rapportato alla realtà che vivono, quindi cercano di fondere il nome dell’oggetto con il nome della funzione che soddisfa, ecco che creano una parola nuova, inventata, ma che rende, addirittura molto meglio, il senso di quell’oggetto a cui viene attribuita.

A volte, invece, i bambini inventano nuove parole solo per divertirsi e per divertire: infatti, cara mamma, immagino che ti sia capitato di ridere e sorridere davanti ad alcuni termini sconosciuti e allo stesso tempo buffi, con i quali tuo figlio Edoardo può averti inaspettatamente apostrofata! Altre volte il linguaggio inventato dai bambini serve a loro per delimitare uno spazio immaginario a cui possono accedere solo alcune persone di cui il bambino si fida, come ad esempio i componenti della sua famiglia, con cui, grazie alle sue parole inventate, instaura un rapporto speciale e prezioso. Al contrario, il tuo bambino, potrebbe utilizzare queste parole fantastiche per non farsi capire dalle persone che lo circondano, custodendo gelosamente il suo mondo immaginario.

Anche Gianni Rodari, in un suo scritto teorico “La grammatica della fantasia”, esalta gli aspetti positivi del processo creativo messo in atto dai bambini quando inventano nuove parole, processo che concorre a stimolare la loro fantasia, permettendogli di esprimersi con gioia, e interagisce con l’educazione stessa.

Va sottolineato inoltre che questo gioco, seppure inizialmente possa essere sorgente di parole cui gli adulti non restituiscono alcun significato concreto, è la culla dove si struttura la capacità, che i bambini acquisiranno crescendo, di creare dei neologismi, siano essi nuovi o reinventino i significati di termini già esistenti, nella speranza che possano un domani, togliere qualche ragnatela al linguaggio odierno, portando una ventata di aria fresca nei nostri vocabolari.

Niente paura, cara mamma, qualunque di queste ragioni spinge Edoardo a inventarsi parole nuove e incomprensibili a voi adulti, è semplicemente una fase in concomitanza con il suo sviluppo che andrà scemando nel tempo, e che forse un domani ti mancherà. Tu, dal canto tuo, in questa fase, devi fare uno sforzo per cercare di capire a cosa possano corrispondere le parole inventate, di cui tuo figlio vuole farti dono, senza correggerlo o rimproverarlo per questa sua abitudine, così costruttiva tra l’altro; anzi potresti partecipare al suo gioco, stupendolo con alcune tue parole fantastiche che fungeranno non solo da ulteriore stimolo a continuare ad inventare, per il tuo bambino, ma rafforzerà il vostro rapporto di complicità e anche la sua autostima, in quanto si sentirà forte del “lavoro” che sta facendo e anche di avertelo insegnato, cara mamma.